Con la crescita dei casi di coronavirus e l'ipotesi di rendere più stringenti le regole per l'ottenimento del Green pass, torna il dibattito sull'affidabilità dei tamponi antigenici rispetto a quelli molecolari. Il consulente del ministero della Salute Ricciardi: "Con un minimo del 30% di falsi negativi rischiano di aumentare i contagi"

Con il trend in aumento dei contagi da coronavirus e l'ipotesi di rendere più stringenti le regole per l'ottenimento del Green pass, torna il dibattito sull'affidabilità dei tamponi antigenici rispetto a quella dei test molecolari  

Al momento è possibile entrare in possesso di un pass valido in presenza di tre condizioni alternative: guarigione da infezione da coronavirus; essere vaccinato; aver subito un tampone con esito negativo, sia molecolare che antigenico

TEST MOLECOLARI - I tamponi molecolari evidenziano la presenza del materiale genetico (Rna) del coronavirus inserendolo nelle cavità nasali o nella bocca. Il risultato può arrivare in un lasso di tempo compreso tra le 24 e le 72 ore dopo il test. Il campione prelevato deve poi essere trattato in appositi laboratori con reagenti chimici che, amplificando il materiale presente sul tampone, facilitano l'individuazione delle tracce di coronavirus

TEST ANTIGENICI - I test antigenici consentono di risalire alla presenza di componenti virali (antigeni), mediante tampone nasale o in bocca, in breve tempo, da un minimo di 15 minuti ad un massimo di un'ora. Se il risultato è positivo, secondo le indicazioni emesse lo scorso febbraio dal Ministero della Salute, è necessario confermare il risultato con un successivo tampone molecolare. Se il risultato è negativo basta quello antigenico

LE DIFFERENZE - La principale differenza sta dunque nel metodo di rilevamento della presenza del coronavirus. Mentre i tamponi molecolari evidenziano le tracce attraverso il suo acido nucleico, quelli antigenici si fermano invece alle sue proteine 

AFFIDABILITÀ - I tamponi antigenici, meno costosi e più facili da eseguire anche da personale sanitario meno esperto, sono stati equiparati a tamponi molecolari a partire da gennaio 2021. La comunità scientifica ha subito evidenziato un problema di affidabilità. In genere, i test rapidi hanno una sensibilità molto inferiore a quella molecolare, con il rischio di risultati falsi negativi

I casi di falsa positività con i test antigenici sono meno frequenti: se il risultato è positivo, le probabilità che il risultato sia falso sono molto inferiori rispetto a quelli che si verificano con i tamponi molecolari

I tamponi antigenici sono ampiamente utilizzati. Al 20 novembre il totale dei test effettuati in Italia dall'inizio della pandemia era di 114.012.631. Di questi, 65.732.775 sono molecolari, 48.279.856 sono antigenici. Considerando sempre i dati del 20 novembre, su un totale di 574.812 tamponi eseguiti, 156.008 erano molecolari e 418.803 antigenici

La comunità scientifica, nel corso di quest'anno, ha più volte espresso dubbi sull'uguaglianza dei risultati dei due metodi di prova. È successo in occasione della diffusione prima della variante Covid Alfa e poi della variante Delta, la cui presenza viene rilevata più facilmente dai tamponi molecolari che da quelli antigenici.

La questione si ripropone in questi giorni, mentre i casi di coronavirus sono tornati a salire anche in Italia, sulla scia di quanto accaduto in tutta Europa. Proprio per arginare un futuro aumento incontrollato dei contagi, tecnici e politici hanno iniziato a discutere della possibilità di cambiare le regole sul Green pass

È soprattutto la comunità scientifica che sostiene che, per un più efficace contenimento della pandemia, potrebbe essere necessario eliminare il tampone come metodo per ottenere un pass. Un'altra ipotesi è quella di ridurre la durata della validità: quella dei prodotti molecolari potrebbe andare da 72 a 48 ore, quella di quelli antigenici - a causa della loro minore affidabilità - da 48 a 24 ore.  

Secondo il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi (nella foto), medici e scienziati concordano "di alzare il livello di guardia e far sì che il lasciapassare sia un pass di sicurezza e permetta di aumentare il numero dei vaccinati e di chi si reca in cinema, teatro o cena fuori, per stare tranquilli. Per fare questo c'è un punto debole: che non è tanto la durata del pass, quanto i tamponi antigenici, che danno almeno il 30% di falsi negativi”

“Un falso negativo infetto entra in una stanza e infetta. Alla luce di queste evidenze scientifiche e di quanto vediamo accadere nel mondo con la variante Delta, c'è bisogno di una revisione del green pass. Ci vuole un breve lasso di tempo per incorporare le prove della comunità scientifica ", ha detto Ricciardi

Dello stesso parere l'epidemiologo e membro del Comitato tecnico scientifico Donato Greco, che in un'intervista al Corriere della Sera ha affermato che "i tamponi molecolari, molto più attendibili perché esaminano un frammento dell' acido nucleico, e quelli antigenici, che rilevano una parte della proteina spike"

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