Covid, i test rapidi sono sicuri? «Sì, sono alla 4ª generazione ma attenzione a come si fanno» - CorrieredelVeneto.it

2022-07-23 12:48:56 By : Ms. Luna Min

Ma allora i tamponi rapidi, ormai diffusi nella pratica quotidiana al punto da non richiedere più la conferma del molecolare se positivi e da essere in vendita pure nella versione «fai da te» in farmacia, sono davvero affidabili? Se lo chiedono in molti adesso e l’evoluzione diagnostica sembrerebbe rassicurare in tal senso.

Veneto il primo a usarli

La loro storia inizia negli Stati Uniti nell’ottobre 2020, quando i medici si rendono conto che il 60% dei loro laboratori di Microbiologia non è in grado di assicurare il molecolare a tutti i casi sospetti, per mancanza di reagenti e personale. Lo stesso accade in Corea. La produzione è partita nei due Paesi in quei giorni e il Veneto è stata la prima regione italiana a sperimentare i kit coreani, proprio con il dottor Roberto Rigoli, al tempo coordinatore delle 14 Microbiologie della regione e responsabile del laboratorio di Treviso. La sensibilità degli antigenici rapidi, cioè il potere di identificare i soggetti ammalati, secondo la documentazione fornita dalle aziende produttrici si attesta tra il 70% e l’85% dei campioni, mentre la specificità, ovvero la capacità di individuare veri positivi e veri negativi, sale tra il 95% e il 97%. Quasi quanto il 99% garantito dal molecolare, che però traccia il genoma del virus, mentre l’antigenico rapido ne ricerca, appunto, «gli antigeni», cioè le proteine, la parte più esterna.

Leggi anche Impennata delle vendite di tamponi, i clienti delle farmacie: «Lo faccio da solo così non sono segnalato» Test rapidi, il medico: «Ho agito con scrupolo». La manager: «Respingo le accuse» Troppi tamponi, Flor prepara la circolare «Controlli su tutte le ricette dei medici» Covid, il pm vuole processare il dottor Rigoli: «Mentì sull’efficacia dei test rapidi»

Impennata delle vendite di tamponi, i clienti delle farmacie: «Lo faccio da solo così non sono segnalato»

Test rapidi, il medico: «Ho agito con scrupolo». La manager: «Respingo le accuse»

Troppi tamponi, Flor prepara la circolare «Controlli su tutte le ricette dei medici»

Covid, il pm vuole processare il dottor Rigoli: «Mentì sull’efficacia dei test rapidi»

Il rapido ha in compenso il vantaggio di garantire il referto direttamente sul luogo del prelievo e nel giro di 15-30 minuti, contro le 24-36 ore richieste per l’esito del molecolare, che va processato in laboratorio. Con l’evolversi della pandemia sono migliorate le tecniche diagnostiche e ora sono disponibili test antigenici rapidi di prima, seconda, terza e quarta generazione. Più l’auto-test, che chiunque può comprare in farmacia e somministrarsi appunto da solo. Per tutti si è passati dai dolorosi tamponi naso-faringei ai nasali, meno invasivi. I kit rapidi di prima generazione, o lateral flow , prevedono una lettura ottica del campione, come l’auto-test; quelli di seconda generazione, o a lettura in fluorescenza, necessitano di un apparecchio che la operi; la terza generazione dispone di una strumentazione che fa tutto da sé e la quarta vuole la processazione in laboratorio con un macchinario in grado di analizzare molti campioni in una sola volta e assicurare il risultato in 6 ore. Gli ultimi due modelli hanno un’attendibilità del 97,8%.

«I test rapidi sono stati fondamentali nel corso della pandemia per identificare e isolare migliaia di positivi, perché il numero di casi sospetti da testare è di gran lunga superiore alla capacità di analisi dei molecolari da parte dei nostri laboratori — spiega il professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene all’Università di Padova e presidente per il Triveneto della Società italiana di Igiene —. Sono importanti anche per gli screening. Certo, e il discorso vale in particolare per l’auto-test, dipende molto da come e da chi vengono eseguiti. È chiaro che se il tampone lo effettua un sanitario ha maggiori possibilità di arrivare a un esito corretto, che dipende pure da altre variabili, come la temperatura. Ma restano test attendibili, con una sensibilità superiore al 90% richiesto dal ministero della Salute».

La newsletter del Corriere del Veneto

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Veneto . Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.